sabato 28 giugno 2014

Le Loup Garou | Geronimo | Wipiti dance dance


Non ricordo come ho scoperto i Loup Garou, ma sono stati un'autentica rivelazione, una delle band italiane (anche loro napoletani) meno facilmente catalogabili. Mi sono innamorato di Geronimo, un brano folle, indescrivibile, un'accozzaglia di generi, lingue, ritmi. Mi fa ridere e ballare ancora oggi, a 17 anni di distanza dalla sua comparsa. ... Under sto sunshine bollente, no more acqua do sky pe' te riffriscà...

24 Grana | La Costanza | Nel Metaverso

Se si parla di frequenza basse e di lingua napoletana è impossibile non pensare ai 24 grana, scoperti durante un concerto negli anni '90 al Fitzcarraldo. Ipnotici

Protection | Massive Attack


Lo so, non dovrei, il pezzo è arcifamoso anche senza la mia citazione banale. Ma non sono riuscito a trattenermi: quanto ho viaggiato su queste note, sulla voce profonda di Tracey Anne Thorn (che i più attenti ricorderanno con il duo Everything but the girl) per non parlare delle sonorità orientali di un altro capolavoro, 'Better things'.

Pezzi letteralmente arrotolati su un loop, imprigionati, vengono liberati da una voce che, probabilmente, qui è all'apice della sua carriera.

Karmacoma | Massive attack & Almamegretta


Se devo pensare ai pezzi che hanno avuto un ruolo decisivo nella mia formazione musicale, ma non solo, Karmacoma dei Massive Attack ha un ruolo fondamentale. Sulle frequenze basse di Protection (l'album) e sulle sue improvvise aperture melodiche ho riformulato le mie priorità sonore di rockettaro duro e puro. Trovo che certe sonorità e la lingua napoletana si sposino perfettamente, questa versione ne é un esempio

Grace Kelly blues | Ells | Daisies of the galaxy


Musica per funerali allegri ma non troppo, nel periodo wi fi della mia vita

Aimee Mann | The scientist (Coldplay cover)


Ho scoperto Aimee Mann grazie ad un film, una gran film di parecchi anni fa: Magnolia. Suoi erano i due brani più riusciti e rappresentativi della colonna sonora. Ma una delle sue performance che amo maggiormente è una cover. Mi succede spesso di innamorarmi di artisti che siano in grado di rileggere im maniera creativa e personale brani altrui: in questo caso la scoperta di questo brano è servito a farmi apprezzare ancora di più questa biondona con la classica faccia della milf americana e una voce che, al passare del tempo, purtroppo assume le tonalità della tabagista raffreddata. Ma il gusto che si percepisce in questa riedizione dell'omonimo brano dei Coldplay (a proposito, ascoltate prima questo e poi l'originale, vi sembrerà di precipitare in una versione semplificata per ridotte capacità di ascolto) è supremo. La differenza sta nelle sfumature.

martedì 24 giugno 2014

Angry Anymore | Ani Di Franco


Era novembre 1999, in quegli anni a Genova c’era un locale che proponeva ottima musica live, sopravvissuto una sola stagione, dietro la stazione ferroviaria di Sampierdarena. Credo fosse negli attuali locali del Crazy Bull Café, o forse già allora si chiamava così. Non ricordo. Quel che ricordo è che io abitavo a qualche centinaio di metri di distanza. Avevo appena ricevuto una copia di ‘To the teeth’ di Ani di Franco da recensire ed ecco che un suo concerto si materializzava proprio sotto casa: quale migliore occasione per approfondire la conoscenza? Arrivai con un po’ di ritardo, come succede sempre nella vita quando si hanno le cose troppo comode, sotto il naso. La scena che vidi fu esattamente quella registrata in questo video: rimasi letteralmente folgorato e ancora oggi mi viene la pelle d’oca a pensarci.

I just want you to understand
that i know what all the fighting was for
and i just want you to understand
that i'm not angry anymore
I'm not angry anymore

Oggi nemmeno io sono più arrabbiato.

Little Plastic Castle | Ani Di Franco


In a coffee shop, in a city, which is every coffee shop in every city, on a day which is every day
I pick up a magazine, which is every magazine and read a story, then forgot it right away
They say goldfish got no memory, I guess their lives are much like mine
The little plastic castle is a surprise every time
And it's hard to say if they are happy, when they don't seem much to mind

E non ho molto altro da aggiungere

lunedì 23 giugno 2014

Little Arithmetics | Deus | In a bar, under the sea


Ci sono cose che non si possono spiegare, neanche se si è piccoli aritmetici. A me poi la matematica nemmeno è mai piaciuta. E allora non mi spiego nulla e mi calo. In queste sonorità semplici e un po’ sofferenti, in arpeggi di chitarra e coretti deliziosi, dove però l’inquietudine sembra sempre in agguato. Ho avuto la fortuna di conoscerli questi ragazzoni belgi, loro e i loro stivali in finto coccodrillo da rock star in crisi di nervi. Era un periodo bellissimo della mia vita e loro ne sono stati, in parte, la colonna sonora.

Roscoe | Midlake | The trials of Van Occupanther


Il video di questo brano è inguardabile. Partiamo da qui, perché qui finiscono le note dolenti. Il resto è grandissima musica, rock supremo. Vedete di piazzarvi un sedile sotto il culo e trovare una strada degna di quattro ruote incollate all’anima. Chiedete il massimo al vostro impianto (in alternativa fracassatevi i timpani con un paio di auricolari) e se non sognate di correre, scappare, reagire, viaggiare o quel cazzo che volete… beh, siete morti

Amie | Damien Rice | 0


A proposito di Damien Rice… E’ sempre stato più forte di me immaginare per questa canzone un grande amore, con tutta la letteratura che questo di solito si porta dietro. Invece nied. Un bel niente. L’amore di cui ci parla Damien è un vorrei ma non posso. Non c’è niente di speciale in questa storia e i tentativi di lei per renderlo indimenticabile (con tanto di patetici abboccamenti letterario-erotici) sono destinati a fallire miseramente. Quello che ci rimane è un finale da brividi, come se quel ‘the end of the century’, il crepuscolo di questa storia mai partita, meritasse un degno finale di canzone. Immenso.

Augustine | Vienna Teng | Inland territory


Se si parla di Tori Amos… Vienna Teng. Non la conosco abbastanza, lo confesso. Ma trovo piacevolissima questa canzone che parla di travaglio e sofferenza e si augura un’illuminazione come quella di Sant’Agostino. Non propriamente una citazione tra le più usuali nel mondo della musica pop/rock attuale. E a qualche fan di Tori forse prenderà un colpo

The power of orange knickers | Tori Amos | The beekeper


Dietro ad un paio di mutande arancioni si nasconde un mondo. In crisi. In cui niente a volte appare ciò che sembra. E terrorista può essere persino una ragazza che sorride dolcemente, o una pillola che mantiene vivo il dolore. Il contrasto tra gli svolazzi vocali di Tori e la tonalità volutamente bassa dell’immenso Damien Rice rende grande questo brano che cresce lentamente. Ma che trascina senza scampo.

Ireland | Tori Amos | The Beekeper


Ireland è un divertissement odiato dai fans puristi di Tori. Forse il brano più odiato. Sono sempre stato un bastian contrario, per cui lo amo (eh sì, sarebbe troppo facile scrivere dei pezzi che amano tutti…).
C’è questo rullante (il ciak che si sente in cuffia giusto sopra il cervelletto) che ti risuona in testa, amo le sue armoniche. Il giro di basso ti fa muovere immediatamente i piedi qua e la. Ed è facile immaginare Tori alle prese con la sua Saab in giro per la verde Irlanda. La melodia è semplicemente deliziosa, direi perfetta. Prendiamola come un esercizio salvifico, ridere e gioire di cose semplici e banali. Probabilmente non salverete il mondo, ma se non fate sha la la almeno una volta non avete un cuore. Garantito.